
Nell’ambito del Sud Innovation Summit, svoltosi presso il Polo Universitario Papardo e caratterizzato dalla presenza di numerosi speaker provenienti dal mondo delle istituzioni, delle imprese e dell’università, i docenti del DICAM hanno animato una intensa e partecipata mattinata di studi dedicata alla transizione digitale nelle discipline umanistiche.
I lavori sono stati aperti dalla Proff.ssa D. Gionta e dal Dott. F. Galatà, che hanno illustrato gli esiti conseguiti dal progetto di ricerca RADUF, iniziativa PNRR di rilievo nazionale all’interno de Progetto Changes (Spoke 3): il Team ha messo a punto il prototipo del primo Repertorio e Archivio Digitale delle Opere dell’Umanesimo Filologico, una piattaforma di ricerca interoperabile, integrata e innovativa dedicata a questa ben poco conosciuta galassia dei testi, che sono alla base della letteratura italiana dell’età moderna, mai censita e studiata nel suo complesso nonostante il forte impatto esercitato sul Rinascimento europeo.
Successivamente, il Prof. F. Pira, coadiuvato dai dottorandi R. Casagrande e U. Spaticchia, ha approfondito le implicazioni delle tecnologie emergenti – in particolare Intelligenza Artificiale e Realtà Aumentata – nei processi di elaborazione del lutto, evidenziandone le potenzialità in ambito psicologico e sociale.
Il Prof. C. Macagno ha presentato applicazioni dell’IA volte a migliorare la qualità della formazione nel settore della traduzione, corredando l’intervento con esempi sperimentali condotti sul campo.
La Prof.ssa M. Monaca, in collaborazione con l’Ing. Morante di IMMEDIA S.p.A., ha illustrato i risultati di una ricerca pluriennale sull’impiego di strumenti avanzati quali word embeddings e sistemi di Retrieval Augmented Generation a supporto delle attività di studio e ricerca nell’ambito della storia delle religioni.
Ha concluso la sessione la Prof.ssa G. Costanzo, che ha presentato recenti risultati scientifici ottenuti dalla collaborazione con colleghi di prestigiosi Atenei italiani (Università di Macerata, Campus Bio-Medico di Roma), focalizzando l’attenzione sulla ridefinizione del rapporto tra paziente e caregiver nell’era della robotica e dell’IA, con l’obiettivo di delineare percorsi di cura più umani e, per questo, maggiormente accettati da chi soffre.